Piano Trainer
ovvero
Arrangiarsi al Pianoforte
Ho iniziato a suonare la chitarra da ragazzo, sull'onda del rock anni 70, da autodidatta, contando solo sulla passione e sul mio orecchio musicale. Esercizi zero, livello medio, divertimento tanto. Da molti anni ormai suono il pianoforte, da autodidatta e per divertimento.
Ho tracciato in queste pagine il percorso che ho seguito per l'apprendimento, e ne è risultato un metodo per eseguire scale ed accordi con relativa semplicità e senza leggere la musica. Non essendo un pianista professionista, il materiale qui proposto è da considerarsi "così com'è", nel senso che ogni lettore può prendere ciò che ritiene interessante e trovare spunti di riflessione, o seguire il percorso suggerito.

L'origine del progetto Piano Trainer

Il mio approccio allo studio del piano è stato fortemente contaminato dal precedente studio autonomo della chitarra, ed in particolare da due fattori:
  • Tecnica dei Pattern
    La tecnica per la chitarra è basata su poche posizioni, ed un meccanismo che le collega, per suonare scale ed accordi in qualsiasi tonalità e in qualsiasi punto della tastiera. Da qui il mio tentativo di definire un sistema simile per il pianoforte, orientato a fornire punti di riferimento utili per l'accompagnamento e l'improvvisazione.
  • Armonia Jazz
    Se la tecnica è specifica per ogni singolo strumento musicale, la teoria dell'armonia jazz si applica a qualsiasi strumento.
    La teoria di base ed alcuni elementi fondamentali dell'Armonia Jazz sono ingredienti sufficienti per comprendere il nostro sistema musicale e per impostare un percorso autonomo di studio.
Il Manuale di Improvvisazione per chi suona la chitarra ad orecchio, scaricabile gratuitamente in PDF da questo sito, è il risultato dei miei studi alla chitarra.

Dalla chitarra al pianoforte

La chitarra è, in un certo senso, uno strumento semplice da imparare: si può suonare con 4 dita della mano sinistra e un dito (plettro) della destra, e la tastiera è organizzata in modo da consentire l'esecuzione di un accordo senza sapere nulla di teoria musicale e del nome delle note che si suonano, ma con la sola memorizzazione delle posizioni (pattern) che le dita devono assumere.
Tentando di seguire il medesimo approccio "a pattern" per la tastiera del pianoforte le cose si complicano enormemente, se non altro perché si ha a che fare con 10 dita ed oltre 80 tasti, e quindi molte più combinazioni. Inoltre, sembrerebbe a prima vista impossibile suonare la tastiera senza conoscere il nome dei tasti, come invece si può agevolmente fare alla chitarra. Con non poche difficoltà sono riuscito a produrre questo materiale, che ho intitolato "Piano Trainer, L'arte di arrangiarsi al Pianoforte".

Ridurre la complessità

L'ipotesi è che ridurre la complessità del pianoforte e della teoria musicale ad un livello accessibile consente di semplificare lo studio, fare progressi più rapidamente e trovare la propria musicalità.
Suonare ad orecchio vuol dire avere la capacità di eseguire un brano musicale senza mai averne letto la partitura, riproducendolo più o meno fedelmente ma comunque in una forma riconoscibile; anche il pianoforte può essere suonato senza saper leggere la musica scritta su un pentagramma, argomento che così può essere escluso "a priori" dallo studio.
Il ritmo è un aspetto primordiale dell'essere umano, se non addirittura cosmico. Ogni individuo possiede capacità ritmiche, che originano in modo particolare dalla musica ascoltata abitualmente (blues, swing, pop/rock, jazz, classica), o semplicemente dalla consapevolezza del proprio respiro e battito del cuore. Il pianoforte è uno strumento a percussione, ed il ritmo è strettamente connesso al discorso musicale, ma occorre mettere le dita sui tasti prima di pensare a quale è il momento giusto per attivarli.
L'approccio qui proposto limita lo studio all'aspetto armonico della musica, cioè il collegamento logico e coerente delle note, allo scopo principale di comprendere il sistema per costruire scale, accordi e fraseggi, ed eseguirli con naturalezza e musicalità.
Si tratta in sostanza di acquisire uno schema comportamentale di esecuzione da approfondire e sviluppare autonomamente, per sentirsi a proprio agio sulla tastiera e realizzare gradevoli improvvisazioni ed anche sofisticati accompagnamenti.

Conoscere le regole

Nello studio di uno strumento, se non si possiede una minima conoscenza della teoria di base dell'armonia, cioè il meccanismo della Tonalità e della costruzione di Scale ed Accordi, la memorizzazione diventa più difficile, gli esercizi risultano più noisosi e si fatica a progredire. Di contro, la conoscenza propedeutica della teoria consente, nella pratica, di:
  • Comprendere la struttura armonica di esercizi e brani musicali che già si riescono a suonare ad orecchio
  • Semplificare la musica, seguendo uno specifico criterio, per adattarla al proprio livello tecnico (metodo del Delineare)
  • Armonizzare il proprio repertorio per ottenere sonorità più ricche e complesse
  • Aiutare i processi di memorizzazione, riducendo le probabilità di vuoti di memoria durante le esecuzioni
  • Suonare esercizi e brani di repertorio con musicalità, grazie ad una maggiore consapevolezza di ciò che si fa
  • Impostare autonomamente un percorso di studio pratico mirato a raggiungere risultati tecnici e di stile nel minor tempo possibile e con meno stress possibile
  • Conoscere un linguaggio standard, ampiamente usato nei Real Book e tra musicisti, che consente di suonare entro regole note e condivise: una base di conoscenza indispensabile per ogni autodidatta

Metodi per pianoforte

Esistono molti metodi per studiare il pianoforte, che consistono prevalentemente nello studio di brani opportunamente selezionati (Bach, Chopin, Liszt, ecc.) finalizzati allo sviluppo della tecnica. L'approccio di questi metodi è di tipo intuitivo, cioè impostati per imparare facendo; sapere come ma non perché può rivelarsi svantaggioso per lo studio (tempi e risultati) e per l'espressività (musicalità).
Una avvertenza è d'obbligo: qualunque sia il metodo seguito, è necessario sapere che se si eseguono in continuazione esercizi e si inizia a sentire fatica o dolore alle mani è necessario sospendere, perché è probabile che si tratti di movimenti sbagliati, o eventualmente alternare le mani per farne riposare una mentre l'altra suona.

Il percorso di studio

L'improvvisazione è generalmente considerata un punto di arrivo, una meta da raggiungere solo dopo aver acquisito la capacità di eseguire con precisione musica scritta.
Il materiale proposto è orientato a chi suona ad orecchio il piano o qualsiasi altro strumento, e che non intende cimentarsi in studi classici ma desidera studiare autonomamente per migliorare gradualmente il proprio livello tecnico ed esprimere un proprio stile musicale attraverso una maggiore consapevolezza della musica che si riesce a suonare in modo intuitivo.
Chi non ha mai provato a "suonare ad orecchio" un qualsiasi strumento o ad intonare un canto, dovrà certamente dedicare più lavoro davanti al pianoforte per comprendere il significato di intervallo, su cui è basato tutto il nostro sistema musicale. Per assimilare la teoria di base saranno necessarie poche settimane di studio, e se non si demorde il tempo impiegato darà rapidamente i suoi frutti.
Chi riesce già a suonare qualche semplice motivo con uno strumento avrà più facilità a comprendere gli elementi teorici fondamentali; un buon orecchio musicale distingue una nota giusta da una stonata, e questo è sufficiente.
Chi suona già il pianoforte -a qualsiasi livello- potrà trovare in queste pagine molti spunti di riflessione e di ricerca per consolidare un proprio stile musicale, sviluppare le capacità necessarie per improvvisare, armonizzare accordi fino a comporre la propria musica.
La natura ipertestuale di questo materiale consente di "entrare" in qualsiasi punto del percorso e seguire i collegamenti per approfondire i concetti meno chiari.
Il percorso parte dalle basi, si sviluppa in un intreccio organizzato tra teoria e tecnica, ed è cosparso di trucchi e suggerimenti per aiutare la memoria nel processo di apprendimento e per semplificare i calcoli mentali. A conclusione del percorso un esempio di applicazione pratica: la preparazione di una improvvisazione.

Indice Generale

Note ed Intervalli

Tastiera del pianoforte, pentagramma e intervalli sono tre concetti tra loro strettamente interconnessi che formano la base del nostro sistema musicale e definiscono la struttura armonica del nostro strumento. Sono probabilmente nozioni già note o intuitive, ma è essenziale che siano inquadrate in un solido contesto formale. Eventuali riferimenti al pentagramma non implicano la necessità di leggere la musica, ma rappresentano in modo diverso la tastiera e offrono un addizionale aiuto visivo nello studio.

Scale

Suonare le Scale è un bagaglio tecnico essenziale per un bravo musicista, ma richiede una serie interminabile e spesso noiosa di esercizi. In questo metodo non è importante sapere come eseguire le scale, ma sapere cosa sono le scale e perché sono utili nell'improvvisazione. Sarà sufficiente memorizzare una semplice regola per individuare le note di una scala ed un'altra altrettanto semplice per impostare la corretta diteggiatura, e fare eventualmente pratica in modo autonomo. Vedremo in seguito che sono sufficienti 10 posizioni (Pattern Tonali) per eseguire qualsiasi scala, quindi non sarà necessario esercitarsi su tutte le scale, ma semplicemente sperimentare ogni tanto qualche scala per attivare l'orecchio e per sciogliere le dita.

Accordi

Se l'intervallo è composto da due note suonate contemporaneamente, l'Accordo è la composizione di tre o più note contemporanee. Nella musica classica (scritta) l'accordo è rappresentato nel pentagramma, ma nella musica pop/jazz si usa una particolare Notazione per indicare gli accordi, che può essere interpretata con relativa semplicità per ricavare i tasti corrispondenti e di conseguenza la posizione ottimale delle dita.
Data una sequenza di accordi indicati simbolicamente, se eseguiti con il giusto ritmo si può creare una buona base armonica di accompagnamento. Non si tratta di imparare a memoria le posizioni delle dita di centinaia di accordi, ma solo conoscere il meccanismo che regola la loro costruzione interpretando i simboli che li identificano. L'accordo non è solo una posizione di tre o quattro dita, ma una specifica selezione di note con uno specifico significato armonico.

Tonalità

La Tonalità non è altro che l'insieme delle sette note di una Scala, indipendentemente dal loro ordine. Scale ed accordi sono quindi due modi di esprimere il suono di una tonalità. La differenza risiede solo nel fatto che la scala si sviluppa nel tempo in senso orizzontale, mentre l'accordo si sviluppa anche in una dimensione verticale -più note allo stesso tempo. Ragionare per tonalità e non semplicemente per accordo è essenziale nell'improvvisazione su una base di accordi: la tonalità comprende infatti note non presenti nell'accordo, che rappresentano preziosi gradi di libertà, note che si adattano perfettamente all'accordo, lo arricchiscono di nuove sonorità, e consentono di eseguire scale o accordi indistintamente.

Pattern Tonali

Ascoltando più volte un brano musicale relativamente semplice si finisce per memorizzarlo; chi suona ad orecchio cercherà di individuare i tasti che corrispondono alle note della linea melodica per riprodurla sulla tastiera del pianoforte. Con qualche tentativo si trova la sequenza corretta dei tasti, e ripetendola più volte si attiva la memoria visiva e meccanica.
Se questa ricerca è condotta con criterio, è possibile trovare non solo le note della melodia, ma tutte le sette note della tonalità nella quale la melodia si sviluppa, con il minimo di tentativi necessari.
Ogni tonalità può essere proiettata sulla tastiera in un modulo di ottava DO-DO. I tasti neri formano semplici configurazioni, i "Pattern Tonali", che aiutano visivamente a ricavare tutti i tasti corrispondenti ad una qualsiasi tonalità, quindi tutte le note che suoneranno bene. Cinque tasti neri formano 32 combinazioni, ma solo 10 rappresentano una tonalità. Vedremo un meccanismo che consente con al massimo due errori di ricavare ad orecchio (senza nominare alcuna nota) i sette tasti corrispondenti alle sette note di qualsiasi tonalità.

Pattern Modali

Qualsiasi accordo espresso in notazione simbolica può essere riportato ad un accordo di settima (a quattro voci), e costruito con relativa semplicità sulla tastiera, seguendo una precisa logica. Le dita si posizionano sui 4 tasti corrispondenti all'accordo, e fungono anche da segnaposto per mantenere utili punti di riferimento visivi.

Analisi armonica

Con l'analisi armonica degli accordi si ricavano le note che è possibile utilizzare per l'improvvisazione in ogni singolo momento dell'esecuzione. Il legame tra analisi armonica (teoria) e pattern (pratica) consentirà di suonare con consapevolezza, naturalezza e musicalità. Conoscere l'origine di un accordo -espresso nella partitura dal relativo simbolo- è essenziale per potere utilizzare i pattern al massimo della loro potenzialità.

Armonizzazione

Tutte le regole dell'armonia Jazz descritte in questo manuale sono implementate nella sezione Dynamic Syllabus di questo sito, un sistema dinamico che a partire dalla sequenza di accordi di un brano fornisce una dettagliata analisi armonica. La funzione Analyzer analizza le progressioni e rivela la loro tonalità, e per ogni accordo indica le caratteristiche armoniche e le varie possibilità di armonizzazione; la funzione Pentatonics analizza una progressione in termini pentatonici, mentre la funzione Diminshed indica come armonizzare e de-armonizzare gli accordi diminuiti.

Pratica

Il metodo non prevede esercizi intesi in senso tradizionale. Chi suona ad orecchio costruisce la propria tecnica semplicemente eseguendo brani di musica ascoltata abitualmente. Pur trattando in modo estensivo la teoria dell'armonia jazz, questo è un manuale pratico. L'obiettivo è la capacità di accompagnare qualsiasi brano e di improvvisare fraseggi. Il metodo termina quindi con quattro esempi completi di analisi armonica, che mostrano in pratica come affrontare lo studio di una composizione e lo sviluppo di una improvvisazione.

Riferimenti bibliografici

Una lettura straordinariamente interessante -e direi anche obbligatoria- per lo studio del pianoforte è "Fundamentals of Piano Practice" di Chuan C. Chang, disponibile gratuitamente in rete su www.pianopractice.org ed egregiamente tradotto da Roberto Gatti: un vero e proprio trattato di pedagogia del pianoforte, una autentica miniera di tecniche ed informazioni che hanno l'obiettivo di «rendere il processo di apprendimento talmente veloce che miriamo a dedicare il 10% del tempo di studio al lavoro sulla tecnica e il 90% a fare musica».
Nel suo testo, Chang analizza scientificamente i metodi di studio più importanti ed offre una profonda ed interessante visione delle procedure per il corretto apprendimento, una sorta di meta-metodo, un approccio allo studio che consente di imparare più rapidamente il pianoforte.

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