Se un brano è scritto in una tonalità che non conosciamo ancora abbastanza bene, e non abbiamo bisogno di suonare assieme ad altri strumenti,
possiamo trascrivere note ed accordi in una qualsiasi altra tonalità a noi più comoda.
Questo procedimento si chiama trasposizione di tonalità;
il risultato è una nuova partitura in cui le distanze tra le note (intervalli) sono uguali a quelle della partitura originaria.
All'ascolto, il brano suonerà esattamente allo stesso modo, con l'unica differenza -tra l'altro percepibile solo da un orecchio musicale allenato-
di partire da una diversa nota.
Gli accordi
Trascrivere gli accordi è piuttosto semplice: si calcola la distanza in semitoni (crescenti o calanti) tra la tonalità di origine e quella di destinazione,
e trasporre di pari numero di semitoni le toniche di tutti gli accordi, lasciandone inalterato il tipo.
In questo modo non si traspone una sola nota, ma anche le altre note di ogni accordo, che manterranno pertanto gli intervalli come nell'accordo originario.
Ad esempio, l'accordo
DO m7 (DO, MIb, SOL, SIb) trasposto di un tono sarà
RE m7 (RE, FA, LA, DO). La magìa è che gli intervalli tra le note rimangono immutati:
- DO-MIb e RE-FA sono intervalli di terza minore(tono e mezzo)
- MIb-SOL e FA-LA sono intervalli di terza maggiore (due toni)
- SOL-SIb e LA-DO sono intervalli di terza minore (tono e mezzo)
Questa relativamente semplice operazione non obbliga a leggere le partiture -capacità che lasciamo a chi non suona ad orecchio.
Detto questo, ci sono partiture di ottima musica su una sola tonalità, che tracciano una linea melodica semplice, materiale molto interessante per
iniziare a comprendere la musica scritta senza necessariamente raggiungere la capacità di leggerla ed eseguirla in tempo reale.
La linea melodica
Trascrivere una partitura è una operazione molto più complessa della trascrizione di accordi, ma sostanzialmente il procedimento è il medesimo:
spostare tutte le note del pentagramma dello stesso numero di semitoni.
Nella nuova partitura le note saranno distanziate tra loro esattamente come lo erano le note della partitura originale.
Il modo più banale di fare questo lavoro è di riscrivere la partitura nota per nota:
ad esempio, per trasporre di un tono verso l'acuto, dove troviamo un LA scriveremo un SI, dove troviamo un FA scriveremo un SOL,
dove troviamo un REb scriveremo un MIb, e così via.
Questo procedimento è teoricamente semplice, ma richiede una buona dose di attenzione, oltre chiaramente alla capacità di leggere musica in modo sicuro e rapido.
Possiamo però affrontare il problema in un altro modo per minimizzare tempi ed errori, e soprattutto per evitare di imparare a leggere,
applicando una regola elementare.
Vediamo di cosa si tratta con un esempio pratico di trasposizione di un tono verso l'acuto.
Muniamoci di un pentagramma nuovo, una matita ed una gomma.
1 |
Dalla armatura di chiave riconosciamo la tonalità.
Per esempio, se vediamo 1 diesis in chiave sappiamo che si tratta della tonalità di SOL Maggiore. |
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Dato che dobbiamo trasporre il tutto un tono sopra, va da sé che la nuova
tonalità sarà LA, e di conseguenza la nuova partitura avrà in chiave tre diesis,
e precisamente su FA, DO e SOL |
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3 |
Trascriviamo le note originariamente poste su un rigo nello spazio
immediatamente sopra, e le note originariamente poste su uno spazio nel rigo
immediatamente sopra, riportando eventuali accidenti e facendo attenzione
ad interpretare correttamente gli eventuali bequadro
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4 |
Normalizziamo le note enarmoniche nella nuova partitura: ad esempio MI#
diventa FA, DOb diventa SI, e così via. Normalizziamo anche eventuali doppi accidenti: ad esempio FA## diventa SOL |
Il pentagramma è
diatonico, nel senso che gli
intervalli tra righi e spazi non sono tutti di un tono:
tra il primo rigo (MI) ed il primo spazio (FA) c'è un semitono, come anche tra il terzo rigo (SI) e il terzo spazio (DO);
ma al passo 3 possiamo essere certi di aver aggiunto un tono a tutte le note, grazie alla modifica dell'armatura di chiave al passo 2.
Regola empirica
L'esempio precedente (trasposizione SOL-LA) può trarre in inganno: cosa dobbiamo fare se la trasposizione è di un solo semitono? e cosa se è di tre o più semitoni?
E' il momento di formulare un procedimento generale per la trasposizione di un semitono verso il grave o verso l'acuto,
una regola che indichi esattamente se e quanti righi e/o spazi saltare.
Sia:
Kb una generica armatura di chiave composta da soli bemolle (Bb, Ab, Eb);
K# una generica armatura di chiave composta da soli diesis (C#, F#).
Non occorre trascrivere le note quando... | Occorre trascrivere le note quando... |
Si traspone da C a C# o viceversa | Si traspone da B a C o viceversa |
Si sale da Kb a K# |
Si scende da Kb a K# |
Si scende da K# a Kb |
Si sale da K# a Kb |
La regola vale per F# ma non per Gb (6 bemolle).
Tra due armature adiacenti, distanti cioè un semitono nel
circolo cromatico,
sono raffigurate due note: se sono sullo stesso rigo la nota deve rimanere nella sua posizione originale,
altrimenti occorre spostarla sullo spazio o sul rigo sopra -rispettivamente se la nota originaria si trova su un rigo o su uno spazio.
Va da se che questo circolo funziona anche in senso anti-orario. In questo caso, se le due note raffigurate non sono sullo stesso rigo,
sposteremo la nota sul rigo o spazio immediatamente precedente.
Un esempio può chiarire come utilizzare la figura per capire se e quanti righi o spazi saltare.
Poniamo di dover trascrivere da FA a SI, cioè di due toni e mezzo.
- Da FA a FA# nessuno spostamento necessario
- Da FA# a SOL uno spostamento verso l'acuto (1)
- Da SOL a LAb un altro spostamento verso l'acuto (2)
- Da LAb a LA nessuno spostamento
- Da LA a SIb uno spostamento (3)
- Da SIb a SI nessuno spostamento
- per un totale di 3 spostamenti
Ogni nota dovrà essere spostata
di tre posizioni:
nota al secondo rigo dovrà essere spostata
sul terzo spazio, la nota al secondo rigo deve essere spostata
sul terzo spazio, e così via.
Divagazioni sul sax
Le partiture sono generalmente scritte in chiave concertistica, o più
semplicemente “in DO”, e vanno bene per parecchi strumenti, in particolare per il pianoforte, la chitarra ed il canto.
Esistono vari tipi di sax, di dimensioni diverse e tagliati in MIb (alto, baritono, contrabbasso) o in SIb (soprano, tenore, basso).
Un sassofono tagliato in MIb significa che suonando la posizione chiamata DO sullo strumento si ottiene una nota che corrisponde in realtà, per l’appunto, ad un MIb.
Allo stesso modo se suoniamo DO su un sax tagliato in SIb non otterremo DO ma SIb.
Le partiture per sax saranno quindi in SIb, cioè un tono sotto, o in MIb, una terza minore spora.
Immaginiamo un pianista (o un chitarrista) ed un sassofonista che suonano leggendo la stessa partitura
in chiave concertistica (DO): i due strumenti non suoneranno le stesse note perchè il sax
suonerà sempre note un tono sotto (o tre semitoni sopra). Sembra strano ma è così.
Un bravo sassofonista riesce a trasporre in tempo reale una partitura in DO, ma sarà certamente più comodo leggere una partitura nella tonalità adatta al proprio strumento.
Cosa occorre fare per trasporre una partitura in DO in una equivalente in SIb? e in MIb?
E viceversa, come trasporre in DO una partitura in SIb o MIb?
Sembra un ottimo esercizio per chi è interessato, per cui ci si può munire di pentagramma nuovo, matita e gomma ed iniziare la trascrizione: del resto il sax è monofonico
per cui si tratta di trasporre una linea melodica e non una intera struttura armonica!