Progetto Giulio: Accordare un pianoforte da zero

Il Progetto Giulio nasce quando l'ottimo Giulio ha acquistato quasi gratis un piano verticale, completamente scordato ma con la meccanica e le corde in uno stato accettabile. La cosa carina è che Giulio mi ha gentilmente concesso di accordarlo, sapendo che le mie esperienze in materia erano pressoché zero. Fissato l'obiettivo di accordare lo strumento senza arrecare danni a tavola, corde e caviglie, e di lasciarlo in una condizione "suonabile" in tempi non biblici, dopo aver fatto qualche ragionamento preliminare, è partita l'avventura!

Il 21 marzo 2015 è partito il lavoro di accordatura del piano di Giulio, e terminato -almeno come primo intervento- il 29 marzo. Ecco la webcronaca di questa ricca ed interessante esperienza.

Sabato 21 Marzo 2015

Inizio Sabato 21 marzo 2015 verso le 12:00, dopo aver aperto il piano con l'aiuto di Marco, controllato se le bussole della chiave da accordatura erano ok, e montato l'armamentario software. Provo a registrare le corde con il software Dirk's senza alcun esito: nulla! Come immaginavo, le corde sono troppo sottotono da poter utilizzare da subito il software.
Scopro così che Dirks non è il massimo partendo da questa situazione, quindi decido di provare con TuneLab Pro. Come frequenzimetro è semplicemente fantastico, solo che la versione gratuita (demo) impone una pausa di 2 minuti ogni 13 note (ottava); per i miei ritmi, però, sarebbe andato più che bene: una pausa ci vuole comunque, perché è un lavoro faticoso per la schiena e per il braccio, e una sigaretta ed un sorso di birra ogni tanto ci stanno più che bene.
All'inizio ho provato timidamente a girare le caviglie di qualche corda nella zona bassa e nella zona centrale ed ho visto che facevano il loro lavoro senza troppe resistenze e senza preoccupanti scricchiolii. Ho notato inoltre che una differenza di 100-150 cent poteva essere corretta in meno di un minuto, da quando si inizia a girare la caviglia, manovrando lentamente e con opportune pause per non stressare corde e somiere.
L'obiettivo iniziale dei primi due giorni di lavoro era semplicemente di trovare un qualche cromatismo crescente per dare un poco di ordine al caos, ma dopo questa sommaria ricognizione ho avuto la netta sensazione che in un week end avrei potuto portare il piano alla giusta frequenza (LA=440Hz), suonabile la domenica sera, anche lasciando gli unisoni piuttosto scordati.
Quindi ho deciso di puntare direttamente sul LA=440hz, di sistemare il primo giorno tutte le corde della zona centrale DO3-SOL5 con temperamento equabile (nella zona centrale lo stretch è minimo, usando TuneLab per l'accordatura equabile standard corda per corda.
Dati i tempi strettissimi, ho dovuto saltare la registrazione della situazione attuale, che mi sarebbe stata utile per capire a posteriori il lavoro fatto nei minimi dettagli, ma che mi avrebbe portato via ore preziose per terminare tutti i tasti nel week-end. Non ho quindi traccia dello stato di partenza dello strumento, ma sostanzialmente ho trovato qualche corda calante di circa un'ottava, varie decine di corde calanti di qualche tono, le altre calanti entro un tono.
Nel controllo degli unisoni a due cori TuneLab mi è stato molto di aiuto, perchè quando le frequenze sono vicine, si possono vedere due picchi nello spazio di più/meno 10 cent attorno alla frequenza equabile, e presa la mano è abbastanza semplice trovare un buon unisono cercando di avvicinare i due picchi; Nel controllo dell'unisono a tre corde il grafico non è altrettanto chiaro, ma andando avanti si capisce sempre meglio il rapporto tra onda visualizzata, cioè cosa fare per ottenere un unisono pulito.
L'esperienza che ho accumulato dopo aver accordato un centinaio di corde ha fatto sì che, alla fine della giornata, gli ultimi unisoni accordati non andavano troppo male, ma rimaneva ancora molto lavoro da fare per ottenere un suono pulito. Immagino però che tirando una parte di corde, le altre ne avrebbero in qualche modo risentito, per cui anche lavorando "di fino" da subito sarebbe stato necessario ripassare tutto. E poi, mi sono concentrato sull'obiettivo primario del programma di lavoro: ridurre il caos, salire ad una frequenza stabilita, trovare un cromatismo (gli unisoni non erano in programma per il primo giorno!)

Domenica 22 Marzo 2015

Il secondo giorno ho ritrovato il pianoforte con tutte le corde DO3-SOL5 abbastanza vicine all'equabile, ma con gli unisoni assai approssimativi. Infatti l'obiettivo del giorno prima era di tirare tutte le corde alla frequenza equabile, lasciando alle corde un giorno per riprendersi prima di lavorare di precisione. Ho individuato ad orecchio, facendo qualche scala e qualche arpeggio, gli unisoni molto scordati e li ho corretti al volo per riprendere la mano, poi sono andato avanti completando la parte dei bassi e poi quella degli acuti, prestando maggiore attenzione agli unisoni di quanto fatto il giorno precedente.
Conclusa per grande approssimazione l'accordatura equabile di tutti i tasti, avrei dovuto controllare ad orecchio tutte le quinte, le quarte e le terze, e correggere i suoni sporchi, ma il tempo rimanente sarebbe stato appena sufficiente per trovare gli unisoni, condizione necessaria per lasciare il piano suonabile. L'ambiente non è stato quasi mai silenzioso, per cui l'indicatore "ballava" un poco rendendo leggermente più problematico arrivare alla giusta frequenza della singola corda, ma dopo l'intensa esperienza con TuneLab, sono riuscito ad interpretare i grafici in modo efficiente, trovando rapidamente un minimo di unisono anche con tre corde non precisamente accordate.
Verso le 18:00 il locale si è riempito e l'ambiente è diventato ancora più rumoroso; fortunatamente mi sono "astratto" dal contesto e usando gli occhi e le orecchie ho potuto lavorare lo stesso per un'altra ora circa, che è stata sufficiente per concludere il lavoro portando tutti i tasti del piano in una condizione in qualche modo suonabile, con grande soddisfazione mia e con tanta meraviglia di tutti coloro che hanno sentito com'era il piano prima della accordatura.
Purtroppo il DO3 ha lo smorzo che non ritorna sulla corda, e questo mi ha creato qualche fastidio, tanto che dopo averlo accordato l'ho silenziato con il feltro: il DO3 è quel tasto dove uno che vuole provare il piano gli mette d'istinto il dito di sopra, e la sensazione di una nota che non finisce mai è assai sgradevole.
A parte il DO3, gli svariati smorzi con i feltri completamente consumati ed un tasto che forse ha bisogno di una piccola lubrificata (o di essere suonato un pò), non ci sono seri problemi di meccanica. Vedremo successivamente con Giulio -tra l'altro mastro falegname- e Marco cosa potremo fare per riparare il DO3. Verificheremo anche se siamo in grado di sostituire i feltri e fare la conseguente necessaria messa a punto degli smorzi.

Domenica 29 Marzo 2015

Nessuno si sarebbe accorto del temperamento equabile non stirato (non c'erano altri accordatori nei paraggi), ma gli unisoni facevano letteralmente schifo. L'idea di lasciare lo strumento in quello stato per settimane non mi dava pace: il temperamento del piano di Giulio rappresenta il risultato di un mio lavoro, la mia capacità, la mia sensibilità ed il mio gusto, e per questo ho sentito l'urgenza di lasciare a Giulio e Isabella un pianoforte accordato a dovere, almeno nei limiti delle mie possibilità e del tempo a disposizione, così abbiamo deciso di stringere i tempi e fare l'ultimo e decisivo passo la domenica successiva.
L'obiettivo è a questo punto di mettere il piano veramente in condizione di essere suonato con gusto in una unica e come al solito intensa giornata di lavoro.
In tutta la settimana ho approfondito TuneLab: ho acquisito i dati dal mio pianoforte, ho provato tutte le sue funzioni, ed ho riportato i risultati su foglio elettronico per analizzarli e verificarli. Ho potuto così ragionare anche sulle conseguenze delle possibili scelte per il calcolo dello stiramento ottimale. Questo mi ha consentito di lavorare più speditamente e più tranquillamente sul piano di Giulio.
Ho registrato tutti i DO, da DO2 a DO6, e calcolato l'inarmonicità. A differenza di Dirks, non è necessario registrare tutte le note. Il vantaggio in tempo di lavoro è evidente, e la precisione dovrebbe essere più o meno la stessa.
Ho calcolato lo stiramento utilizzando 6:3 per la parte bassa e 4:1 per la parte alta, che rappresentano uno stiramento moderato, meno accentuato sui bassi.
I due grafici riportano lo stiramento ottimale calcolato. In corrispondenza del passaggio dalle corde singole alle corde doppie, poi dalle corde rivestite alle corde piane e poi dalla sezione centrale alla sezione di destra della tavola armonica, si possono notare significative differenze di inarmonicità tra due tasti adiacenti, e ciò comporta l'andamento a zig-zag nella parte di sinistra del grafico.
L'andamento delle frequenze è ovviamente equabile, e stirato progressivamente sugli acuti fino a circa 30 cent all'ultimo tasto. Nel file excel ho riportato il temperamento del piano di Giulio così come dovrei averlo accordato il 29 marzo 2015.

Cosa dire di questa meravigliosa esperienza?

  • Anzitutto un grande ringraziamento a Giulio, che con il suo spirito di iniziativa e di intraprendenza si è procurato un pianoforte tutto scordato e me lo ha affidato, concedendomi la sua fiducia. Solo così chi come me non ha mai accordato un piano può fare un'esperienza concreta e completa.
  • Poi una menzione di onore ad Alfredo, che mi ha consentito di vedere praticamente come si fa ad accordare un pianoforte, spiegandomi pazientemente problemi e soluzioni, e offrendomi l'opportunità, con il suo Temperamento Chas, di approfondire gli interessanti aspetti matematici.
  • Preso dalla compassione per vedermi ore intere chino sopra il pianoforte, il papà di Giulio ha preparato da mangiare fagioli con le cotiche, porchetta e salsicce... Ottimo!
  • Poi, visto che il pianoforte è in un pub, grandi bevute offerte dalla Casa!
  • Forse occorre ringraziare anche i vicini, che con grande pazienza si sono sorbiti per ore ed ore il martellare di note sempre uguali (ma io ero lì a tirare e mollare...)
  • Bello anche aver potuto documentare lo stato attuale del pianoforte, un plus!
  • Dopo aver tirato e mollato oltre 200 corde tutte diverse, ho una buona sensibilità con la chiave da accordatura e le caviglie, in termini di forza da applicare e di distribuzione della torsione.
  • Ho capito come leggere bene lo spettroscopio di TuneLab per accordare gli unisoni anche a tre voci, giocando all'interno di qualche decimo di cent per trovare un suono più ricco e gradevole senza generare battimenti.
  • Il concertino finale... bah, sono certo che altri avventori del locale sono di gran lunga più bravi di me, e che Giulio quest'estate organizzerà qualche concertino con gente seria. -se riusciremo a mettere a posto quel DO3. Il concertino mi ha dato modo di provare numerose scale ed arpeggi in varie tonalità su tutta la tastiera, e con non poco stupore da parte mia ho verificato che in fondo come accordatore non sono stato poi così male!...
  • E adesso? lasciamo qualche settimana al pianoforte per riassestarsi dopo lo stretching che ha dovuto subire, poi sarà opportuno fare qualche intervento di messa a punto, non solo sugli unisoni ma anche di verifica ad orecchio degli intervalli di IV, V e III. Insomma, il gioco continua!...