Metodo Musicale per chi suona la chitarra ad orecchio

Lezione 4: Chiavi e tonalità


Per indicare in quale tonalità è scritta una composizione (in altri termini quale è la nota che funge da centro tonale su cui convergono le altre sette note) si usa segnare accidenti non ogni volta che si incontrano nel corso del brano, ma nell'armatura della chiave, tra il simbolo della chiave e l'indicazione del tempo.

 

Nella tonalità di DO si suonano solo tasti bianchi, corrispondenti alle linee ed agli spazi del pentagramma. La sequenza di intervalli della scala costruita sul primo grado (DO=I grado) è TTSTTTS.

Le 7 note della tonalità (tasti bianchi) coincidono con le linee e gli spazi del pentagramma.

Non sono presenti alterazioni in chiave.


<% displaypenta "C;D;E;F;G;A;B;C4", 300, "violino", "D" %>

Le sette note che compongono la scala o chiave o tonalità di RE si ricavano tenendo presente gli intervalli tra i gradi della scala fondamentale TTSTTTS.
Le note sono: RE (I), MI (II), FA# (III), SOL (IV), LA (V), SI (VI), DO# (VII).

E' qui importante notare che FA e DO sono in diesis, ed i tasti bianchi corrispondenti a FA e DO non appartengono alla tonalità di RE.


I due diesis in chiave, in corrispondenza di un FA e di un DO significano che, salvo indicazioni contrarie, ogni FA (cioè non solo la nota sul quinto rigo ma implicitamente anche la nota sul primo spazio) ed ogni DO che si incontrano nel corso della partitura vanno considerati diesis. In altre parole, se in chiave c'è un diesis su FA, il FA non verrà mai suonato perchè al suo posto viene suonato il FA diesis.

La tonalità di DO è l'unica a non avere alterazioni in chiave. E' sufficiente contare il numero di diesis ovvero di bemolle riportati in chiave per capire in quale tonalità è scritto il brano, senza preoccuparsi della loro posizione nel pentagramma, cioè di sapere quali siano effettivamente queste note.

La tavola seguente riporta la corrispondenza tra notazione in chiave, numero alterazioni e tonalità.

DO

 
<% displaypenta "", 50, "", "G" %> <% displaypenta "", 50, "", "D" %> <% displaypenta "", 50, "", "A" %> <% displaypenta "", 70, "", "E" %> <% displaypenta "", 70, "", "B" %> <% displaypenta "", 90, "", "F#" %> <% displaypenta "", 90, "", "C#" %>
SOL RE LA MI SI FA# DO#
1# 2# 3# 4# 5# 6# 7#
<% displaypenta "", 90, "", "Cb" %>  
FA SIb MIb LAb REb SOLb DOb
1b 2b 3b 4b 5b 6b 7b

La tavola è costruita sulla base di uno specifico calcolo chiamato "circolo delle quinte".

 

Il Circolo delle Quinte

CircoloQuinteNormalized.jpg (12458 byte)

I diesis in chiave

Si procede per quinte ascendenti.

La tonalità DO non ha alcuna alterazione in chiave.

La quinta del DO diventa la chiave della nuova scala.
Si aggiunge un diesis in chiave, precisamente alla settima nota della nuova scala:
il SOL (quinta) diventa la chiave, il FA è diesis, e in chiave c'è quindi un solo diesis.

Continuando allo stesso modo da SOL, la quinta del SOL è il RE, che diventa la chiave della nuova scala, e si aggiunge un diesis in corrispondenza della settima nota della nuova scala: il RE diventa chiave, il DO è diesis, e in chiave si trovano due diesis (questo DO ed il precedente FA).

Proseguendo così si costruisce la sequenza dei diesis in chiave della tabella precedente.

I bemolle in chiave

La sequenza dei bemolle in chiave è costruita individuando le quinte in senso discendente. Dato che le quinta discendente (sotto la tonica) e la quarta ascendente (sopra la tonica) indicano la stessa nota, può risultare più semplice procedere per quarte.

Si trova quindi la quarta del DO (il FA), che diventa la nuova scala, e si bemollizza (si aggiunge un bemolle) alla settima della scala precedente (il SI).

continuando, si trova la quarta di FA, che è il SIb e si bemollizza la settima della scala precedente (MI).

Una chiave differisce dalla successiva (in senso ascendente) e dalla precedente (in senso discendente) per una nota soltanto.

Si è visto che in tonalità DO si può costruire una scala partendo dal V° grado (SOL misolidio), che differisce dalla scala maggiore (costruita a partire dal I° grado, o scala DO Ionica) solo per l'intervallo di settima.
Va da se che è sufficiente alzare di un semitono (apporre un diesis in chiave) la settima minore della scala SOL misolidio per ottenere una vera e propria scala maggiore nella nuova tonalità SOL (SOL Ionico).

Analoghe considerazioni si possono fare in senso discendente. La scala costruita partendo dal IV° grado della tonalità DO (FA Lidio) differisce dalla scala DO Maggiore (DO Ionico) solo per il fatto di avere la quarta eccedente.
Va da sé che è sufficiente abbassare di un semitono (apporre un bemolle in chiave) la quarta eccedente per ottenere una quarta giusta, e quindi una vera e  propria scala maggiore nella nuova tonalità (FA Ionico).

Il circolo delle quinte mostra la relazione tra la tonalità ed il numero di alterazioni in chiave. Da notare che C# e Db indicano enarmonicamente la stessa nota, così come Gb ed F# ed anche Cb e B.

Una particolarità del circolo delle quinte è che procedendo per quinte in modo ascendente si ritorna alla chiave di DO (enarmonicamente SI#) con 12 diesis in chiave, così come procedendo per quinte in modo discendente si ritorna alla chiave di DO (enarmonicamente REbb) con 12 bemolle in chiave.

Nota: Nel disegno le note sono riportate nella convenzione standard e non in italiano. La corrispondenza è: C=DO, D=RE, ... B=SI.
REbb indica che il RE deve essere spostato di due semitoni in basso: in pratica è un DO.

Nota: Anche se la notazione in chiave può facilitare la comprensione della struttura armonica di un brano, non ci si dovrebbe mai affidare completamente alle alterazioni in chiave, ma  sentire sempre la musica per essere completamente sicuri della tonalità. E' infatti possibile che la tonalità cambi durante il pezzo, senza che questo sia segnalato nell'armatura.
Nonostante ciò, la conoscenza del circolo delle quinte è essenziale per poter improvvisare o comporre musica.

Nota: Per la caratteristica di coprire tutte le 12 note in modo organizzato, seguire il circolo delle quinte è utile per esercitarsi a suonare una scala in tutte le tonalità.

Inversione degli intervalli

A proposito del circolo delle quinte si è detto che la quinta in senso ascendente è la stessa nota della quarta in senso discendente. Questo è un concetto che merita di essere approfondito, soprattutto per la sua utilità per la trasposizione (cioè quando si passa da una chiave all'altra).

Se si deve trovare "al volo" una sesta maggiore, è molto più semplice cercare la terza minore in senso discendente, che è la stessa cosa, perchè se non altro è più vicina. In altri termini è necessario sapere che una sesta maggiore si inverte in una terza minore.

Quando si invertono gli intervalli si prende la nota più bassa e si mette sopra, o viceversa: risulterà un nuovo intervallo.

Le regole dell'inversione sono semplici. Quando si inverte un intervallo:

La regola si estende anche agli intervalli di quinta diminuita (intervallo di tre toni, o "tritono"): un intervallo di quinta diminuita rimane una quinta diminuita, e dato che la quinta diminuita si trova tra la quarta e la quinta, si può dire che 4 e 1/2 + 4 e 1/2 = 9.

Ad esempio:

L'intervallo di terza maggiore diventa intervallo di sesta minore  (3+6=9)

L'intervallo di seconda minore diventa intervallo di settima maggiore 

(2+7=9)
L'intervallo di quarta giusta diventa intervallo di quinta giusta  (4+5=9)
L'intervallo di un tritono rimane tritono  (4 e 1/2 + 4 e 1/2 = 9)

 

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